NOTE CRITICHE E RECENSIONI


Pasquale Potestio è un pittore sensibile e talentuoso che ha la capacità di descrivere con raffinatezza i gioielli della natura, sfumandone i contorni e lasciando che le macchie cromatiche si dispongano con dolcezza sulla superficie.L’artista dissolve il segno, con pazienza e precisione, esalta le note cromatiche tenui, ponendo l’accento sulle vibrazioni del colore che, nell’incontro con la luce, irradia dal soggetto diffondendosi nello spazio. I temi ricorrenti delle sue opere sono il ritratto, il mito, il paesaggio e ultimamente Roma.
Paolo Levi

Un forte classicismo iconografico è ciò che l’artista contrappone ad uno scenario artistico ben più moderno e contemporaneo, dove la rivisitazione in chiave pur sempre classicista del mito dell’antico, lascia vedere al pubblico le eccellenti qualità artistiche di Pasquale Potestio. Uno studio approfondito che ha portato il maestro al desiderio di compiere l’atto finale della sua ricerca stilistica ed estetica, ponendo le basi per una nuova concezione del bello. Un forte equilibrio cromatico mantiene l’opera bilanciata nei toni e nelle forme, facendo sì che essa possa sempre risultare lieve e fortemente contemporanea ma che, soprattutto, possa conservare la propria personalità pittorica in eterno, diffondendo così un talento che merita attenzione.
Sandro Serradifalco

Opere di verità, dove la pittura torna al suo schema originario del raccontare e descrivere la realtà senza volerla interpretare. La ricerca primordiale è evidentemente sfida raccolta e riuscita dell’Autore in composizioni solide di magnifico respiro di resa formale e valido esito finale, nel ritratto e nel paesaggio.
Alfredo Maria Barbagallo

Pasquale Potestio frequenta diversi generi pittorici ottenendo dappertutto significativi risultati. I paesaggi e le marine e in parte le nuvole hanno un tocco quasi espressionista per la pennellata animata, a tratti movimentata, mentre gli animali sono più realistici. Anche i ritratti e in particolare l'autoritratto, pur risentendo di un'impostazione tradizionale, sono resi con brio e vivacità quasi assecondando una predisposizione interiore. I dipinti a sfondo sacro e il nudo di schiena potrebbero rientrare nel post-impressionismo per il gioco d’ombra e il rigore nel posare.
Fabio Bianchi

La figurazione concettuale ed evocativa di Pasquale Potestio, pur eloquente nella semplice rappresentazione soggettiva, riduce la realtà ad un simulacro della percezione visiva in cui il piacere primigenio della pittura esprime soprattutto una serenità equilibrata, priva di solennità ma esaltata nei valori tonali e luministici.
Silvia Arfelli

Inspirado por los grandes maestro del pasado, sopretodo Michelangelo Buonarroti, y luego Caravaggio, Delacroix, rembrandt, Cezanne y Guttuso. Su grande amor: Roma, representada siempre con respecto y admiracion.
Will YAYA Art Director Crisolart Galleries Barcellona

Critica all’opera La pietà. Morte per Ebola, donata al museo Giandalia di Castronovo di Sicilia.
“Io non sono un genio come si dice, sono solo curioso. Faccio molte domande, e quando la risposta è semplice allora vuol dire che Dio sta rispondendo”, diceva Einstein. Una morte muliebre. Quella raffigurata è la morte nella morte: muore anche la possibilità di procreare. Ad uccidere è l’ebola, virus quasi sconosciuto che prende il nome della zona del Congo in cui fu scoperto. La disperata donna africana dipinta è distrutta dal dolore per la morte del suo uomo ed è sostenuta con solidarietà da chi è partecipe alla sua pena intensa. Gli abiti contemporanei a noi spiano moderne povertà oltre che astruse globalizzazioni. Il colore della pelle si fa desiderio di ragguaglio nei confronti di un terzomondismo lavorativo delle politiche di sostegno economico. Ma soprattutto e dunque, è auspicato da Potestio, l’impegno di proseguire sulla strada solidale – tracciata e intrapresa da ancora pochi uomini della terra – a cui il dipinto porge l’accesso ponendovi l’attenzione.
L’opera tratta l’attualissimo argomento che verte sull’ambiente e la qualità della vita nel terzo millennio. Lontana dal favoritismo di giornata, la solidarietà è vissuta nel significato profondo della crescita spirituale attraverso la cultura, da donare a chi, con questa, può migliorare le proprie condizioni e, in catena, il mondo in generale. In una condizione di imperfetta distribuzione del sapere, Pasquale Potestio realizza sette figure. Il numero 7 è simbolo del tutto, poiché il 7 è il numero della perfezione e della creazione. E figura qui l’utopia umana intesa non tanto con riferimento alla più comune accezione di ideale che non può attuarsi praticamente, bensì, con evidente riferimento alla Politeia platonica, come ideale che ha la forza e le caratteristiche per porsi quale fine all’azione e pertanto alla realtà.
Il pudore dell’artista verso l’eccesso di teoria piega con drammaticità sul senso cristiano della sofferenza umana, salvifici doloris. Così il dolore incentra la scena attraverso il pallore e le smorfie della morte sui volti, e la speranza muore anch’essa nel pallore generale della tela, nel senso panico del colore, poiché l’arte deve – scrisse Nietzsche: prima di tutto abbellire la vita. Redigeva Ugo Foscolo per Ippolito Pindemonte “… Anche la Speme, Ultima Dea, fugge i sepolcri”. Pasquale Potestio, cerca in questo suo lavoro, particolarmente nel disegno, quella vita segreta, fantastica, brulicante, indefinita, mostruosa, che fa parte della natura invisibile all’occhio umano. Questo olio su tela, impetuoso, è di una spontaneità violenta quanto spirituale. Privo di ogni brillantezza pittorica rappresenta il silenzio, quel mutismo figlio del disinteresse. Chi lo realizza nei concetti diviene contenitore di Verità. Obtorto collo la prospettiva, le definizioni e il colore di Potestio, architetto, evaporano ed esalano più semplici, più immediate umili e simili ad un’ampia comprensione del mondo. Il messaggio dell’artista è quello di correggere l’abitudine a percorrere pigramente i percorsi ideativi della soggettività dell’uomo come mezzo di movimento che apre il nostro sé agli altri e il sé di ogni altro a noi. Il segreto delle cose.
Paolo Battaglia La Terra Borgese